cavalese

Dal Cermis a Cinte Tesino cima dopo cima

Cinquant’anni fa l’indimenticabile avventura in montagna di sette giovani satini



CAVALESE. Era il mese di settembre del 1967, esattamente 50 anni fa, quando un gruppo di sette giovani amici di Cavalese, iscritti alla sezione Sat del capoluogo fiemmese, partirono dall’Alpe Cermis (raggiunta da Cavalese con la nuovissima funivia Cavalese-Alpe Cermis) diretti a Castel Tesino in Valsugana. Qui, dopo aver camminato dal Cermis ai laghetti di Bombasel, poi fino ai laghetti delle Sute, alla forcella Lagorai, alla malga Val Cion, forcella Magna, dopo essere discesi alla Valsorgazza, quindi risaliti fino al Bualon, a Cima d’Asta, arrivarono al vecchio rifugio Ottone Brentari (2.473 metri), allora denominato “cubo”, dove pernottarono nel vicino bivacco. Il mattino seguente salirono sulla Cima D’Asta a 2.847 di quota. Il viaggio durò quattro giorni e vide i sette satini, di età compresa tra i 17 ed i 20 anni, attraverso un percorso in gran parte interessato dal fronte della Grande Guerra ‘15-18, immergersi nella selvaggia catena del Lagorai. Franco Marchi, Fernando Zorzi, Bruno Chelodi, Marco Bonelli, Elio Vanzo, Silvano Delladio ed Enrico Demattio (Chicco) si avventurarono in una escursione per loro straordinaria scavalcando la catena del Lagorai ed il gruppo di Cima d’Asta per giungere a Cinte Tesino. Qui li stava attendendo padre Faustino Busana, precedentemente conosciuto al convento dei padri Francescani di Cavalese dove aveva prestato la propria opera, il quale li ospitò nella sua baita per un pasto ed un pernottamento.

I sette amici tornarono a Cavalese utilizzando il treno della Valsugana fino a Trento e quindi in pullman fino a Cavalese, provati dalla fatica ma orgogliosi dell’impresa vissuta. Un’avventura che merita di essere ricordata e, da parte di coloro che vi presero parte, riviverla a distanza di mezzo secolo con nostalgia. (gp.c.)













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