Cima Verde, la nuova casa dove spegnersi con dignità

Inaugurato ieri l’Hospice di via Menguzzato: spazio per dodici pazienti terminali e per i famigliari. Costo 5 milioni. Zeni: «Cure palliative, ora la rete è completa»


di Paolo Piffer


TRENTO. Parte delle stanze guarda la valle dell’Adige ma, soprattutto, il monte Bondone. E, ancor meglio, la cima Verde, una delle sue vette. E “Cima Verde” è il nome scelto per la Casa Hospice di via Menguzzato, proprio al confine tra Madonna Bianca e Villazzano 3. Inaugurata ieri - gestita dalla Fondazione Hospice Trentino-onlus in convenzione con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari - da fine mese comincerà ad ospitare i pazienti, accompagnerà uomini e donne che si stanno avvicinando alla fine non solo perché affetti da un cancro che lascia poche prospettive di vita ma anche da patologie degenerative neurologiche o da insufficienze d’organo altrettanto gravi.

“Cima Verde va a rinforzare quella rete di strutture e servizi composta da assistenza domiciliare, medici di medicina generale, ospedali, specialisti sul territorio e Rsa – ha detto Paolo Bordon, direttore generale dell’Apss – che garantisce la continuità assistenziale”. Secondo gli ultimi dati dell’Azienda, e seguendo una tendenza che un poco alla volta si va affermando attraverso la rete provinciale per le cure palliative, di cui “Cima Verde” è entrata a far parte, sempre più i pazienti oncologici in fase terminale vengono curati a casa (il 59% nel 2013, quasi il 57% l’anno seguente, poco più del 58% lo scorso anno) e negli hospice (il 23,2% nel 2013, il 26,5% nel 2014, il 25,5% nel 2015). E sempre meno in ospedale: il 16% tre anni fa, il 12,4% lo scorso anno.

A dieci anni dall’apertura dell’hospice di Villa Igea, attivo da tempo quello di Mori e in attesa della riapertura di Mezzolombardo, lo stabile, di proprietà della Patrimonio Trentino (società della Provincia) e concesso in comodato gratuito alla Fondazione gestrice, ospiterà 12 pazienti. E’ costato 5milioni 305mila euro (di cui circa 1 milione dallo Stato, il resto dalle casse di piazza Dante). Ai quali vanno aggiunti 750mila euro stanziati dalla Caritro per gli arredi. I primi passi, di natura urbanistica, risalgono al 2004, quando sindaco era Alberto Pacher. Due anni fa la posa della prima pietra. La struttura è disposta su due piani. Ogni stanza (circa 30 metri quadri), è studiata per essere una vera e propria “casa”, ha precisato Milena Di Camillo, presidente della Fondazione Hospice Trentino. E’ dotata di un divano letto per permettere a parenti o amici di assistere il congiunto ma anche di un piano cottura, del frigorifero, della tv. Inoltre, ci potranno stare cani e gatti, capaci come sono di portare conforto e serenità. A piano terra una sala per il culto (banditi i simboli religiosi) per permettere a chiunque, di qualunque credo, un momento di raccoglimento. Ogni stanza avrà un nome, magari scegliendo tra i grandi compositori di musica classica. Nel corridoio si vorrebbero appendere dei quadri, quasi a formare una galleria d’arte (perché non chiedere ad alcuni artisti trentini di donare un’opera?) Oltre a tutti i servizi sanitari del caso, presente una parte comune per le famiglie. “Crescerà” anche un giardino interno con al centro una grande quercia. Previsti i servizi di parrucchiere, pedicure, manicure. Il sindaco Alessandro Andreatta ha detto che “il grado di civiltà di una comunità si misura dalla capacità di dare dignità alle persone anche nella morte”. L’assessore provinciale Luca Zeni ha affermato che “Cima Verde è il compimento della rete di cure palliative”.













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