Cembra, i 60 anni della Macelleria Paolazzi
Aperta nel Dopoguerra dal bisnonno Luigi “Baf” è alla terza generazione gestita dal Luigi nipote
CEMBRA. Dal 1951, in Piazza San Rocco, a Cembra, c’è la Macelleria Paolazzi. Il locale è rimasto fedele all’aspetto originario ma con rinnovate attrezzature di mobilio per garantire ai numerosi clienti un servizio di qualità.
«“Siamo orgogliosi di essere la macelleria più longeva del paese - spiega Luigi - e confidiamo di continuare anche perché abbiamo sempre posto la qualità del servizio e del prodotto come prima regola e notiamo che stiamo riscuotendo un ottimo gradimento da parte della numerosa e affezionata clientela». E puntualizza: «Col trascorrere degli anni la nostra offerta si è molto diversificata, infatti tutto quello che mettiamo in vendita è di nostra produzione e frutto di una severa ricerca della migliore qualità e provenienza della materia prima».
La storia di avvicinamento all’attività inizia con la fine della seconda guerra mondiale. Correva l’anno 1946, quando il soldato Luigi Paolazzi (nonno dell’attuale titolare) veniva rimpatriato dagli Stati Uniti dove aveva trascorso alcuni anni in un campo di concentramento con la mansione di macellaio in una mensa. Il lavoro scarseggiava ma non la voglia di fare. La prima cosa che fece, fu quella di “mettere su famiglia” e, conosciuta una ragazza di Grumes, la portò all’altare. Fu la sua fortuna, donna intraprendente, severa e onesta, ebbe cinque figli, tre maschi, tutti macellai, due a Caldonazzo titolari di una famosa macelleria e due figlie sposate in Val di Fiemme.
Venuto a sapere che la famiglia Lanzingher proprietaria dell’albergo a Cembra e dell’ omonima macelleria era intenzionata a trasferirsi a Trento, rilevò in affitto, il solo comparto della “vendita carni”, prima in società con Francesco Fadanelli poi, dal 1951, decise di continuare da solo con la denominazione “Macelleria Paolazzi”, soprannome “Baf” come è tradizione nei paesi per distinguere i diversi ceppi familiari. Da quel giorno siamo alla terza generazione. Il capostipite è stato titolare fino all’età della pensione poi, nel 1984, è subentrato il figlio Pietro, sposato con Alberta e padre di tre figli maschi che dopo aver raggiunto l’età pensionabile, nel gennaio del 2008, ha passato il testimone a Luigi, il più giovane dei figli che con la sua famiglia porta avanti, in quel di Cembra, il lavoro del nonno, Luigi “Baf”, sessant’anni fa, come adesso, proprio con lo stesso nome.