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Castel San Gottardo, esproprio da 50 mila euro

MEZZOCORONA. Castel San Gottardo è un bene di pubblica utilità. Con una determinazione del dirigente Sandro Flaim, lo dichiara la Soprintendenza per i beni architettonici «ai fini dell’espropriazione...



MEZZOCORONA. Castel San Gottardo è un bene di pubblica utilità. Con una determinazione del dirigente Sandro Flaim, lo dichiara la Soprintendenza per i beni architettonici «ai fini dell’espropriazione di parte» del castello e «in particolare della quota di 96/288 di proprietà della signora Carla Firmian e della quota di 186/288 di proprietà del signor Johannes Firmian».

Dando atto che «l’indennità di espropriazione ammonta a 50 mila euro in conformità alla perizia di stima del 25 luglio 2012», Flaim sottolinea che «la miglior forma di tutela del bene è quella di una piena disponibilità dello stesso da parte dell’ente pubblico, sia a garanzia dell’attuazione dei necessari interventi per assicurare la conservazione e impedire il deterioramento del bene, sia per il contemporaneo fine di poter così assicurare al pubblico godimento i suoi valori storici».

Edificato nel 1180, il castello fortezza, ricorda Flaim, è servito da «un sentiero impervio e oggi parzialmente non percorribile». La stessa struttura («castello eremo con una chiesetta e un muro di cinta che racchiude altri manufatti minori») «è in una situazione di forte degrado», dovuto, continua la Soprintendenza, «a fattori di consistenza fisica della roccia e all’umidità».

Il Comune di Mezzocorona (comproprietario per la quota di 6/288) aveva espresso la volontà di espropriare l’immobile, mentre, nel settembre scorso, i privati avevano osservato che era in corso «una divisione giudiziale, il cui esito stabilirà la piena proprietà dell’immobile in capo a uno dei due fratelli». Era stata anche criticata la stima, «ritenuta molto inferiore al valore reale, anche in considerazione del fatto che la famiglia di Carla Firmian da parecchi anni, con il marchio registrato alla Camera di commercio di Trento “Castel San Gottardo” produce vini» e, «in caso di esproprio, l’attività di produzione vinicola ed esportazione in altre regioni d’Italia e negli Stati Uniti ne sarebbe irrimediabilmente danneggiata».













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