TRA STORIA & AFFARI

Castel Madruzzo in venditaIl prezzo? 7,5 milioni

Castel Madruzzo è in vendita. Le chiavi del maniero di Lasino che diede i natali a Cristoforo Madruzzo, il principe vescovo del Concilio di Trento, potrebbero andare a un magnate russo del settore estrattivo, che avrebbe già manifestato un grande interesse all'acquisto, o a un attore americano (l'identità è rigorosamente top secret), che presto verrà a visionarlo dal vivo. I proprietari lo hanno messo in vendita a 7 milioni e mezzo di euro


Luca Marognoli


TRENTO. Castel Madruzzo è in vendita. Le chiavi del maniero di Lasino che diede i natali a Cristoforo Madruzzo, il principe vescovo del Concilio di Trento, potrebbero andare a un magnate russo del settore estrattivo, che avrebbe già manifestato un grande interesse all'acquisto, o a un attore americano (l'identità è rigorosamente top secret), che presto verrà a visionarlo dal vivo. I proprietari, i fratelli Montagna, due gentiluomini di Milano che hanno eseguito gli ultimi restauri del castello trasformandolo per alcuni anni in residenza-albergo, lo hanno messo in vendita a 7 milioni e mezzo di euro. Il primo annuncio, corredato da foto su due colonne a colori e ampia scheda tecnica, è apparso ieri su Il Sole 24 Ore. Incaricato della vendita Eugenio Farina, geometra trentino alla guida di uno studio di consulenza immobiliare internazionale di Desenzano, la Farina Immobiliare Srl, che si occupa di commercializzazione di immobili di lusso in tutto il Nord Italia, principato di Monaco e Costa Azzurra.

«Mi stanno chiamando da tutta Italia persone che chiedono informazioni - dice Farina - e oggi (ieri, ndr) abbiamo avuto un'impennata di visitatori nel sito internet».

I due proprietari - precisa il mediatore - «non hanno più interesse a tenerlo e non vogliono restare molto sul mercato. Da qui il prezzo, sicuramente molto competitivo».

Altri annunci usciranno sullo stesso quotidiano economico domani e giovedì prossimo. «Ma lo sto pubblicizzando anche su Mosca - prosegue Farina - perché oggi i clienti più agguerriti sono i russi. Da cinque anni ormai si stanno insediando sul lago di Garda; comprano solo immobili molto importanti: una delle ultime vendite è stata villa Feltrinelli a Gargnano. Sono tutti titolari di grosse aziende, soprattutto legate ai combustibili, tipo Abramovic per intenderci».

Sull'immobile la Provincia vanta un diritto di prelazione: ciò significa che, nel caso si dovesse arrivare a una definizione, il notaio dovrà dare 60 giorni di tempo all'ente pubblico per decidere se acquistarlo allo stesso prezzo. «Io personalmente, da trentino, mi auguro che possa restare di proprietà provinciale. Ma il business è il business...».

Sul sito internet www.immobiliarefarina.com c'è anche una lunga scheda storica sul castello. Il primo inquadramento è geografico: la collocazione, "sulla spianata sommitale del dosso roccioso al quale si accede per un'ardita strada cinquecentesca scavata nella rupe ammantata di macchie di lecci", e il clima, molto vicino a quello gardesano. II castello, menzionato a partire dalla metà del XII secolo, presenta una parte medievale (torri di Gumpone e di Boninsegna), arcigna, turrita e merlata, e una parte rinascimentale con la simmetrica residenza del signore. Della prima, resistono le grandi muraglie ricostruite del Quattrocento, epoca in cui le due massicce torri del XII secolo furono sopraelevate, la seconda (palazzo di Giangaudenzio) invece, è stata restaurata nel 1964.

Il castello fu di due famiglie Madruzzo ben distinte: una, che prese il nome dal paese sottostante, lo costruì e si estinse nel XV secolo, l'altra, più nota per aver dato al Principato di Trento quattro vescovi, tra cui tre cardinali (dal 1539 al 1658), era originaria della Valle di Non (i signori di Nanno, il cui ramo stabilitosi nella Valle di Cavedine, si chiamò di Madruzzo) e il cui ultimo discendente scomparve dopo meno di due secoli.

Fu occupato, spogliato e dato alle fiamme dalle truppe del generale Vendòme (1703), che non risparmiarono nemmeno il parco dei lecci popolato di cervi. Nella seconda metà del secolo scorso, fu in parte restaurato dai Larcher che elevarono il palazzo di Giangaudenzio a dimora estiva ospitandovi noti personaggi, come il generale Oreste Baratieri e Antonio Fogazzaro, che lì ultimò il celebre romanzo "Malombra".

In questa vicenda ricca di storia legata al maniero, magnati russi e divi del cinema interessati all'acquisto, merita un cenno anche il mediatore. Eugenio Farina, nato a Trento, ma con origini a Bleggio Superiore, è anche uno dei quattro ideatori di Mirabilandia, parco dei divertimenti di Ravenna. Ha la vendita del mattone nel dna, racconta, ma anche una passione innata per la poesia. Che però non vende: «Ho fatto stampare 60 mila libri che ho regalato in tutto il mondo».













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