Castel Madruzzo ha riaperto le porte
In visita al maniero e alla sua storia con la Lilt della Valle dei Laghi
CASTEL MADRUZZO. Grazie all'impegno messo in campo dalla Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori - sezione della Valle dei Laghi, e grazie alla disponibilità dimostrata dai proprietari, la famiglia Montagna, si sono aperte le porte dell'antico Castel Madruzzo, la dimora della potente famiglia nobiliare omonima, che annovera fra i suoi discendenti ben quattro principi vescovi (fra cui tre cardinali), che ressero ininterrottamente le sorti del Principato vescovile per 119 anni, dal 1539 (Cristoforo Madruzzo) al 1658 (Carlo Emanuele). Normalmente il castello non è aperto al pubblico, ma la ragione umanitaria dell'associazione, che ha colto l'occasione per far conoscere la propria attività a favore della ricerca, è stata ascoltata dai proprietari, che hanno messo a disposizione l'infaticabile Gabriele Dallapè di Castel Madruzzo nel ruolo di accompagnatore. A riconoscere la validità della proposta e l'interesse per la visita, le iscrizioni (era previsto un massimo di 60 persone) sono andate esaurite in poco più di mezz'ora. A fare da guida è stata Tiziana Chemotti (ben coadiuvata dalla sorella Dory per la parte grafica) ricercatrice di storia locale di Lasino, che collabora con l'associazione culturale "Retrospettive". Il castello, al di là della parte medioevale con le torri di Gunpone e Boninsegna che si trovano in grave stato di precarietà (occorrerebbe un immediato intervento di consolidamento strutturale), è in buone condizioni, compresa la ripida strada di accesso (costruita nella prima metà del '500 da Giangaudenzio Madruzzo, padre del cardinal Crostoforo Madruzzo). Anzi, la parte cinquecentesca è addirittura abitabile. Si è notata la cura nella manutenzione ordinaria degli spazi esterni, compresa la corte dove si erge l'antico pozzo/cisterna. Interessante anche la piccola chiesa (dedicata a S. Nicolò), in cui ai tempi dei Madruzzo il pievano di Calavino doveva celebrare la messa a Natale e Pasqua. La chiesa si presenta in buono stato negli affreschi e nei dipinti e si fregia degli stemmi della Famiglia e del principe vescovo Cristoforo Madruzzo. Il castello è circondato da un meraviglioso parco di 12 ettari, racchiuso da un muro di cinta e caratterizzato da interessanti varietà arboree, dal leccio, alle querce, ai faggi secolari. A margine della visita, che ha soddisfatto tutti i partecipanti, rimane aperto l'interrogativo sul futuro del maniero, dal momento che alcuni anni fa si parlava di una possibile vendita, dati anche i costosi e urgenti interventi di restauro della parte più antica (anno 1160). Alcuni anni fa, la Provincia e i Comuni di Lasino e Calavino avevano iniziato una trattativa per acquisire al patrimonio pubblico la struttura. Il divario fra la perizia dei tecnici provinciali e le richieste della proprietà fece cadere la cosa. Rimane, comunque, del tutto irrisolta la questione del costoso restauro strutturale della parte nord.