Canal San Bovo, «salvo» il sindaco Cemin

Surroghe dei consiglieri approvate dai sette consiglieri superstiti: «Le norme lo consentono»


di Raffaele Bonaccorso


CANAL SAN BOVO. Tutto come previsto e ostinatamente voluto dal sindaco di Canal San Bovo Mariuccia Cemin. La convocazione del consiglio comunale, nonostante i consiglieri siano rimasti in sette, è stata ritenuta valida e valide sono risultate le surroghe dei consiglieri dimessi.

Al loro posto sono entrati, dopo le rinunce di altri consiglieri (anche con più voti), cinque nuovi membri: Silvana Caser che alle elezioni del maggio 2010 aveva avuto 5 voti, Fermo Scalet (6), Andrea Caser (32), Fabrizio Corona (30), Annamaria Orsingher (28). In tutto i consiglieri restano 12. L’amministrazione e il sindaco sono salvi. I dimissionari sono stati sconfitti e il popolo di Facebook, la nuova arena telematica di dibattito libero, si scatena.

Il sindaco Mariuccia Cemin ad apertura di seduta sgombera ogni dubbio sulla validità della seduta, citando i pareri di due dirigenti della Regione e della Provincia. E perciò avanti a testa bassa alla lettura dei nomi dei consiglieri pronti ad entrare in consiglio, alla votazione unanime (sette sì) alla surroga e alla lettura senza pause di un documento di duro attacco ai consiglieri dimissionari e di difesa delle ragioni del suo voler restare ad ogni costo alla guida del Comune.

Nel documento, dopo una cronistoria del modo in cui è venuta a deteriorarsi la situazione di reciproca fiducia e collaborazione, il sindaco dice: «Forse questa situazione non traspariva all’esterno, ma correttezza vuole che “i panni sporchi si lavino in casa”. A chi mi chiedeva: “come va?” rispondevo: “un po’ si spinge e un po’ si tira, ma andiamo avanti”. Sicuramente l’errore che ho commesso è quello di non aver riportato queste cose al consiglio sottovalutando il problema che si era creato e sopravalutando la mia capacità di riuscire a sistemare le cose».

E poi il sindaco nel documento continua: «Sono queste, in sintesi, le motivazioni che mi hanno spinto in data 7 settembre alla revoca dei due assessori. Non nego, anzi l’ho sempre detto chiaramente che è stata una decisione sofferta, fatta di fronte a due possibili strade da seguire: o le mie dimissioni, o la revoca dei due e il rimpasto giuntale. Proprio perché le questioni personali non possono prendere il sopravento rispetto a questioni pubbliche – conclude Mariuccia Cemin – farò di tutto, insieme al gruppo consigliare neoformato per andare avanti a testa alta cercando di fare del bene al nostro paese».

Ma c’è il popolo di Facebook che non ci sta. Sono diversi i commenti – poi alcuni cancellati – che si chiedono come una amministrazione possa andare avanti se, a quanto si capisce, non ha una reale maggioranza nella comunità. Fra tutti più esplicito nelle sue perplessità è Ezio Freschi che dice: «Mi domando cosa voglia dire continuare a governare anche se si è consapevoli di non essere voluti. Il motivo di rimanere quale è? In teoria un consiglio comunale dovrebbe rappresentare la voce dei cittadini, questo consiglio cosa rappresenta? Se non si governa per i cittadini da cosa si e' spinti a farlo?».

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