Cambio in Vivallis Andrea Parisi nuovo tecnico di campagna
Succede a Roberto Menegoni, in pensione dopo 42 anni La sua sfida sarà caratterizzare ancora di più vini e terreni
NOGAREDO. Importante cambio della guardia ai vertici della Cantina Vivallis che, con l'avvento dei soci della ex cantina di Nomi, conta ben 780 soci viticoltori conferenti. Per raggiunti limiti di età, lascia, per una meritata pensione, il tecnico di campagna Roberto Menegoni. Diplomatosi perito agrario all'ex Istituto Agrario di San Michele all'Adige, ora fondazione Mach, nel lontano 1973, Roberto ha iniziato a lavorare presso l'allora Sav l'anno successivo. Nel corso degli anni si è fatto via via apprezzare per l'impegno e la competenza, nonché la grande disponibilità.
Signor Menegoni, dopo tutti questi anni avrà qualche rimpianto, lasciando il lavoro? «Veramente quando arriva la pensione si è già dato tanto. Logicamente nel corso degli anni ho conosciuto tanta gente e con qualcuno di loro ho stretto amicizia, con altri rispetto e collaborazione, ma dovrò abituarmi. Mi mancherà il quotidiano rapporto con i colleghi, la frenesia delle stagioni, l'incalzare della vendemmia. Menegoni, che nel suo lungo servizio ha visto passare ben quattro presidenti, rimarrà comunque nel giro, occupandosi a tempo pieno dei vigneti di famiglia, e continuerà a conferire il suo pregiato Chardonnay presso la cantina Vivallis.
Al suo posto è arrivato Andrea Parisi, figlio di famiglia contadina, perito enologo, e laureato in geologia. Certamente l'eredità lasciata dal suo predecessore sarà un po' pesante, ma il passaggio di consegne è in atto da qualche tempo, tanto che il nuovo arrivato ha potuto prendere conoscenza del territorio, molto vasto, che forma la base sociale.
A suo favore la laurea in geologia, poiché da parecchi anni è stata fatta una precisa mappatura del territorio vitivinicolo facente riferimento prima a Sav ed ora a Vivallis. A suo tempo, tale lavoro ha indagato le caratteristiche geologiche dei terreni in modo da operare al meglio nella scelta varietale, sia in base alle esigenze del mercato che a quelle legate al risultato finale, ovvero le caratteristiche organolettiche del vino. Parisi, dal canto suo, si è detto fiducioso nel prosieguo del suo lavoro, che potrà godere dell'apporto dei tecnici di Cavit, presenti sul territorio, onde consigliare i singoli viticoltori sull'uso dei prodotti fitosanitari, in maniera da ottenere risultati ottimali nell'ottica di un più corretto impatto con l'ambiente.
I soci conferenti, nel corso del 2016, hanno visto premiato sforzo ed impegno, con ottimi risultati sia dal punto di vista economico che qualitativo.
Il direttore di Vivallis, Mauro Baldessari, artefice di una svolta positiva e propositiva in materia di commercializzazione, fa notare che qualche anno addietro il patrimonio viticolo dei rossi si aggirava sul 47% del conferito mentre ora si è ridotto al 24% lasciando spazio a varietà più appetite dal mercato.
Per la commercializzazione dei vini in bottiglia, malgrado il calo della richiesta ( un 40%) si sta lavorando nel canale tradizionale (ho.re.ca.) nel nord Italia. Con Cavit invece è stata attuata la cessione del marchio per la commercializzazione in Usa. In generale, notevole interesse suscitano i vini frizzanti, trainati dal Prosecco e con l' eccellenza degli Spumanti italiani .
“Cercheremo di riarmonizzare e ridefinire, assieme al nuovo arrivato Parisi - confida Baldessari- la mappa viticola dei territori Vivallis in modo da ottimizzare le vocazionalità dei terreni, per raggiungere livelli qualitativi sempre più alti”. Sul fatto che alcuni soci sarebbero disponibili per una produzione di uve biologiche ha auspicato che la sensibilità dei singoli raggiunga lo scopo di avere aree ben delimitate geograficamente, per poter realizzare un progetto pilota.
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