Avio dai Castelbarco ai veneziani, una lezione di storia

AVIO. Nella sua collocazione geografica e strategica, Avio ha conosciuto una frequentazione che risale ad età molto remote con testimonianze di epoca romana, e non solo, racchiuse in parte nell’antiqu...



AVIO. Nella sua collocazione geografica e strategica, Avio ha conosciuto una frequentazione che risale ad età molto remote con testimonianze di epoca romana, e non solo, racchiuse in parte nell’antiquarium allestito nelle sale della Casa del Vicario che lo storico Andrea Postingher ha illustrato nell’interessante conferenza sulla storia dell’edificio acquistato grazie alla lungimiranza dell’amministrazione Gilli per strapparlo dal degrado e per ridarlo alla comunità. Una casa della comunità costruita a ridosso della via Romana e in posizione equidistante tra il polo spirituale rappresentato dalla Pieve e il castello di Sabbionara sede della giurisdizione civile. La testimonianza più interessante della Casa del Vicario è rappresentata dal ciclo di affreschi che non ha paragoni dal punto di vista dei contenuti in zona con un frammento del leone di san Marco unico nel suo genere. E quando si parla di Avio e della Vallagarina – ha ricordato Postingher nel suo intervento – non si può non legare la storia del territorio alla signoria dei Castelbarco che sfruttarono questo luogo di cerniera tra il principato vescovile tridentino e la diocesi di Verona alla quale Avio era aggregato giocando la loro partita politica su questi due fronti ricoprendo anche cariche a Verona e riscuotendo dazi. Lo storico, nel suo intervento, ha fatto menzione di un magazzino di Briano di Castelbarco dove si incamerava le rendite dei suoi interessi feudali della zona e questo fa pensare che si tratti proprio di questo edificio. Nel giro di un secolo i Castelbarco sono diventati il perno amministrativo e politico e dal 1307 risultano avere la giurisdizione penale e amministrativa del territorio con i suoi castelli di Avio, Pomarolo, Brentonico e Lizzana. La giurisdizione dei loro feudi di Avio e Brentonico cessò in maniera molto netta nel 1411 passando alla repubblica di Venezia con Verona, che vede i Castelbarco particolarmente attivi in questa città e che stipulano un “accordo di raccomandazione” con i veneziani di non belligeranza allo scopo di mettere al sicuro gli interessi castrobarcensi che in quel periodo rientravano dentro i confini della Repubblica di Venezia. In seguito la Serenessima si appropriò di tutti i suoi beni arrivando quindi dentro il principato vescovile di Trento ma ad Avio e Brentonico furono concessi alcuni privilegi tra i quali quello di avere un giudice. L’espansione verso nord ebbe come ricaduta che Avio e Brentonico dovettero soggiacere al podestà di Rovereto e nel 1432 Ala, Avio, Brentonico e Mori si mossero compatti tra loro per difendere i loro interessi. Successivamente con la convenzione di Ratisbona si ottiene la riconsegna al principato vescovile ma viene confermata la presenza del Vicario che però gradualmente perde i suoi ruoli all’interno dei Quattro Vicariati. Il resto è storia piuttosto recente con la trasferta in casa Duchi del municipio aviense ed all’interno della casa viene addirittura realizzato un macello comunale passando poi ad un privato nel 1937 l’intero edificio riacquistato in seguito dal comune per restaurarlo completamente nel 2010. (f.r.)













Scuola & Ricerca

In primo piano