LE STORIE DELLE CASETTE

Agnese e Silvana, l’«incanto» dei sapori mocheni

TRENTO. Agnese Fontanari Pintarelli e Silvana Pallaoro, alla Baita Mòchena, a fianco delle mura di piazza Fiera. Con il costume tipico ed il copricapo che qui con queste temperature non guasta anche...



TRENTO. Agnese Fontanari Pintarelli e Silvana Pallaoro, alla Baita Mòchena, a fianco delle mura di piazza Fiera. Con il costume tipico ed il copricapo che qui con queste temperature non guasta anche se i fornelli accesi danno una mano sin dall’orario di apertura. Direttamente da Sant’Orsola Terme, nella Valle dei Mòcheni, che Robert Musil, come tengono a ricordare questi fini conoscitori di tradizioni e storie, definì “La valle incantata”.

E dalla tradizione trentina sbuca Aldo Fontanari, il “boss” che qui in piazza non scende, occupato con la sua macelleria, la salumeria, il pronto cuoci, le grigliate ed i buffet, all’Osteria la Miniera dei sapori dove si fa la fila per entrare quando ci sono le occasioni speciali o dove si consiglia di prenotare, non fosse altro per trovare ciò che si cerca. Perché la produzione propria avviene solo ed esclusivamente stagionalmente e nulla è importato o lasciato al caso. E quindi le scritte “specialità della casa” stanno ad indicare che quello sono e non un modo ormai in uso in altre parti d’Italia, per definire un qualcosa che non si sa bene cosa sia. E quindi anche il “mòchen brulè” ha la sua peculiarità, perché contrariamente a tutti gli altri, viene realizzato con vino bianco trentino, zucchero, rum, succo di ribes e l’aggiunta di aromi. Poi ancora la birra artigianale alla spina, il succo di carota e mela, la treccia mòchena, che solo da queste parti ha quel sapore, la polenta e la lonza, lo stufato, il cervo, il “piatto Baita Mòchena” del quale è più facile narrare cosa non contiene che i suoi componenti, i Pinzotti ed i Cevapcici, la pancetta ed il bimon. Delizie per il palato, condite con la simpatia.(c.l.)













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