levico terme 

Il territorio dà valore al turismo 

Si conclude oggi la due giorni sulle nuove forme di ospitalità


di Franco Zadra


LEVICO TERME . Un importante evento si conclude oggi al Grand Hotel Imperial: “Ospitalia, le nuove forme dell’ospitalità”. Due giorni di confronto a livello internazionale per parlare di ospitalità e le sue tre declinazioni: formazione, cultura e impresa, condividendo soluzioni a problematiche che da altre parti si sono risolte in opportunità.

«È necessario oggi – dice Stefano Ravelli di Apt Valsugana, tra gli organizzatori – ridefinire le priorità e i parametri su cui lavorare. Per noi come Apt è fondamentale aumentare il valore percepito del territorio. Tramite questi eventi e grazie a chi vi partecipa, cominciamo ad avere una visibilità che ci dà l’occasione per affermare il valore del nostro territorio e la sua qualità di vita che troppo spesso diamo per scontati, ma che chi viene da fuori apprezza sempre di più».

«La proposta di organizzare Ospitalia - dice ancora Ravelli - viene dall’istituto di formazione professionale alberghiero di Levico. Noi l’abbiamo immediatamente condivisa perché ci permette di ribadire l’impegno che da anni abbiamo indirizzato verso i giovani e la loro formazione, come partner di Hotel Tourism Campus che a Roncegno è presente con due progetti unici a livello nazionale, per avvicinare i giovani al mondo del lavoro sia con il ristorante didattico sia con l’hotel didattico gestito da l’Alta Formazione».

Un convegno dove i numerosi relatori, tra i quali anche Ugo Rossi e Federico Samaden, sono andati alla radice dell’ospitalità per riscoprirla, quasi con meraviglia, nel doppio significato di ospite, che è chi accoglie come chi viene accolto.

Nella relazione di Alessandro Martinelli, direttore del Centro diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, in apertura della due giorni, ospitalità è «un’istituzione dell’umanità – ha detto Martinelli – che costruisce comunità e che ha luogo e forma nelle relazioni umane in ogni contesto, impedisce che si resti straniero l’uno all’altro, non nasce dalla paura ma dall’attesa, non ha una sede in luoghi, tempi e professioni specifiche, e non ha come fine tanto la tolleranza, ma la mescolanza». «Possiamo intendere il turismo – ha detto Renato Troncon, professore di estetica all’Università di Trento e coordinatore del Centro di estetica pratica – come il fare vacanza dove altri vivono. Per questo occorre programmare l’accoglienza tenendo presente l’intero contesto più che eventi puntuali. Si sceglie di fare vacanza, in genere, dove la gente vive bene».

A maggio ci si ritroverà con gli studenti dell’istituto alberghiero nel Parco asburgico per mettere in pratica “Ospitalia”.













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