Verdi Ue, per bis di von der Leyen serve impegno su Green Deal



Alessandra Briganti (ANSA) - BRUXELLES, 26 APR - Terry Reintke vuole vederci chiaro prima di votare un secondo mandato di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. "Dovremo assicurarci di mettere nero su bianco alcune questioni fondamentali per entrare a far parte di una maggioranza" spiega la candidata di punta per le elezioni europee (spitzenkandidat) dei Verdi europei in un'intervista al pool di agenzie di stampa, tra cui ANSA, riunite nell'European Newsroom.
    Green Deal e investimenti nella transizione verde sono le linee rosse tracciate dall'eurodeputata tedesca. La politica ambientale e climatica dell'Ue deve essere portata avanti e ampliata, afferma Reintke, sottolineando la necessità di investimenti nelle infrastrutture, nel rinnovamento e nella trasformazione verde delle imprese. "Questo sarà fondamentale per noi, oltre ovviamente a rendere la transizione socialmente equa", aggiunge l'europarlamentare, che lancia un avvertimento: invertire la rotta nel Green Deal sarebbe un "disastro per l'Europa, sia per il clima, sia per l'economia".
    Un pericolo che l'Europa rischia di correre davanti all'avanzare delle destre. Per Reintke, una futura coalizione tra il Ppe e, ad esempio, il gruppo dei Conservatori e riformisti europei (Ecr), che potrebbe diventare la terza forza all'Eurocamera, comporterebbe un "pericolo molto chiaro: le conquiste di questa legislatura potrebbero essere perse o sospese e non andare avanti". "E penso che ci sia sicuramente il rischio che l'estrema destra cresca in queste elezioni" osserva l'europarlamentare che mette in guardia tuttavia, dal farne una profezia che si auto avvera.
    Quanto ai Verdi, dati dai sondaggi in forte calo in tutta l'Ue, Reintke dice di voler puntare a "consolidare il forte risultato che abbiamo avuto nel 2019 con l'aggiunta di un gruppo geograficamente più diversificato". Ciò comporterà, il raggiungimento di buoni risultati al di fuori dei Paesi dell'Europa centrale e la ricerca di partner nel Sud e nell'Est, tradizionalmente terreno poco fertile per i partiti green. Ma le trattative per un ingresso del Movimento 5 Stelle nel gruppo sono ancora al palo. "Con il M5s abbiamo avuto delle conversazioni, ma non ci sono sviluppi in questo momento quindi non è chiaro cosa succederà", spiega l'eurodeputata, apparsa più ottimista al contrario sulle sorti di Sumar, con cui sono in corso dei colloqui. "Se si considera ciò che Sumar ha portato nel programma di governo in Spagna - spiega - è molto evidente la sovrapposizione tra il movimento in Spagna e il progetto verde europeo".
    Ascolto e risposte sono la ricetta di Reintke per affrontare un'altra questione spinosa, soprattutto per i Verdi: le proteste degli agricoltori che stanno attraversando l'Europa.
    L'eurodeputata non ha dubbi in merito: i loro problemi non sono il risultato del Green Deal. "Negli ultimi 15 anni - osserva - più di un terzo delle aziende agricole europee ha chiuso i battenti prima che il Green Deal venisse discusso dalla politica mainstream. Bisogna capire qual è il problema della politica agricola europea".
    I Verdi suggeriscono di modificare la distribuzione dei sussidi agricoli nell'Ue per evitare che "l'80% vada al 20% degli agricoltori" e per affrontare il "sistema impossibile" in cui i grandi distributori e le catene di supermercati fissano i prezzi mentre gli agricoltori sono costretti a produrre a quei prezzi per non fallire. "Dobbiamo pensare a come cambiare queste strutture in modo che gli agricoltori possano vivere in modo sostenibile e anche a misure per proteggere la biodiversità e il clima. Tutto questo - dice - è possibile, ma dobbiamo cambiare la politica agricola a livello europeo". (ANSA).
   









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