il caso

Lavis, ruba mille litri di gasolio al distributore: arrestato

I carabinieri hanno anche fatto intervenire i vigili del fuoco per questioni di sicurezza



LAVIS. Nell’ambito di specifici controlli ad hoc disposti dal Comando Provinciale di Trento, al fine contrastare la commissione di reati contro il patrimonio ed a tutela del quieto vivere nelle aree periferiche dell’hinterland di Trento, una pattuglia della Stazione di Albiano supportata da personale del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale nel corso di una perlustrazione nella zona di Lavis, controllava il conducente di un furgone mentre stava eseguendo un rifornimento ad un distributore con modalità anomale, in quanto la pompa erogatrice era infilata nella portiera laterale del mezzo e non nel suo naturale imbocco, dettagli che inducevano i militari ad una quasi obbligatoria verifica.

Sin da subito il quadro di situazione si rilevava altamente sospetto, visto che il conducente non sapeva dare plausibili giustificazioni sulla sua condotta ed una volta fatto aprire il portellone del furgone, emergeva come all’interno dello stesso vi era stivato un big tank (contenitore in plastica rigida con rete metallica) contenente quasi 1.000 litri di gasolio. Gli immediati accertamenti sviluppati dai militari che si sono incentrati sullo scontrino di pertinenza, facevano emergere come l’erogazione del gasolio era stata prodotta da una tessera fuel card di proprietà di una ditta Lombarda che non aveva personale in questo territorio.

Vista la pericolosità del carico tra l’altro non era assicurato all’interno del cassone e che in caso di una brusca frenata o un incidente avrebbe potuto innescare una vera e propria bomba, venivano fatti intervenire i vigili del fuoco per il recupero del carico pericoloso che veniva posto sotto sequestro. In ordine agli elementi raccolti dai Carabinieri di Albiano, che hanno ravvisato l’ipotesi del reato di furto aggravato, il ventiquattrenne alla guida del mezzo veniva tratto in arresto in flagranza ed a seguito della redazione degli atti di rito è stato tradotto presso il carcere si Spini di Gardolo a disposizione dell’autorità giudiziaria.













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